Abitare

L’osservatorio svolge un’attività di studio e monitoraggio delle varie forme di abitare urbano, con particolare riferimento ai temi della partecipazione e dell’inclusione sociale, della sostenibilità edilizia (bio-edilizia, risparmio energetico, ecc.), della condivisione di spazi e tempi sociali. Lo studio antropologico-sociale concentrato sull’abitare urbano porta necessariamente ad una riflessione sulle forme di diseguaglianza e segregazione urbana e conseguentemente alla produzione di una sociologia urbana del territorio locale. L’osservatorio, attraverso analisi focalizzate sui singoli quartieri, mira a ricostruire i nessi esistenti tra la conformazione economico-sociale di un territorio, i rapporti sociali che vi si esprimono e le conseguenze prodotte da tutto ciò sul piano delle condizioni abitative e relazionali. L’obiettivo è quello di scansionare secondo questo criterio l’intero territorio fiorentino, procedendo progressivamente all’analisi di aree circoscritte di singoli quartieri.

Gli studi sull’abitare urbano ricomprendono necessariamente le analisi sulle buone pratiche sociali, che proprio nel territorio urbano (e nei singoli quartieri) esprimono o loro effetti. L’approfondimento  delle dinamiche sociologiche caratterizzanti i quartieri urbani consente pertanto di contestualizzare le buone pratiche sociali, conferendo alla loro analisi un carattere di maggiore capillarità. Porre l’attenzione ai temi dell’abitare, consente infine di estendere il raggio di osservazione delle buone pratiche sociali alle pratiche abitative (con particolare riferimento alla pratica del cohousing) e riconducendo l’insieme delle buone pratiche studiate dall’osservatorio ad una dimensione “distrettuale”, o meglio di Distretto di economia solidale. A questo proposito 4 sono le direttrici principali che orientano le analisi dell’osservatorio nell’ambito dell’abitare:

a. Cohousing

Per cohousing si intende una pratica abitativa che trova attuazione in insediamenti composti da abitazioni private corredate da ampi spazi (coperti e scoperti) destinati all’uso comune ed alla condivisione tra i cohousers. Tra i servizi di uso comune vi possono essere ampie cucine, spazi per gli ospiti, laboratori per il fai da te, spazi gioco per i bambini, palestra, piscina, internet-cafè, biblioteca ed altro. Il cohousing si presenta come strategia di sviluppo sostenibile finalizzata a dare benefici sul piano sociale ed ecologico; se da un lato, infatti, la condivisione di spazi, attrezzature e risorse può agevolare la socializzazione e la cooperazione tra gli individui, dall’altro questa pratica, unitamente ad altri “approcci” quali la costituzione di gruppi d’acquisto interni o l’autocostruzione dell’unità abitativa, può favorire il risparmio energetico e diminuire l’impatto ambientale di queste comunità.

L’osservatorio si presenta come centro di documentazione e monitoraggio del cohousing, sia rispetto all’evoluzione storica (italiana e internazionale) del fenomeno, sia rispetto alle sue manifestazioni in area fiorentina. Le attività dell’osservatorio consentono quindi di tracciare una panoramica generale relativa al fenomeno del cohousing (tipologie di forme di cohousing, aspetti tecnici e ed economici delle esperienze realizzate, profili di soggetti coinvolti, mappatura delle esperienze nazionali e internazionali, mappatura delle associazioni operanti nell’ambito del cohousing, monitoraggio di prospettive innovative di sviluppo, elementi di contatto e/o complementarità tra cohousing e altre buone pratiche sociali), su cui si innesta l’approfondimento antropologico-sociale di singole esperienze monitorate sul territorio locale. Tale approfondimento mira  a  seguire passo dopo passo una o più esperienze di cohousing, rilevando in modo capillare il percorso intrapreso dai cohouser dalla fase di progettazione (scelta del sito, composizione del gruppo di cohouser) alla fase realizzativa ed abitativa (costruzione/ristrutturazione/acquisto dell’abitazione, gestione degli spazi individuali e condivisi).  Attraverso l’impiego di varie tecniche di ricerca (schede di rilevazione, interviste in profondità, questionari strutturati, time-budget, osservazione partecipante) l’osservatorio si impegna a ricostruire il profilo socio-anagrafico  e motivazionale dei cohouser, ad approfondire le dinamiche relazionali e di gruppo, a monitorare spese e usi del tempo, a rilevare difficoltà organizzative e necessità dei cohouser, a rilevare l’adozione di ulteriori buone pratiche sociali da parte del gruppo di cohouser. L’osservatorio, fornendo un taglio bi-dimensionale al fenomeno indagato (tecnico-pratico e antropologico-sociale)  svolge pertanto una funzione documentaria e informativa utile ad orientare il lavoro di chiunque sia coinvolto (o coinvolgibile) in esperienze di cohousing (singoli cittadini, associazioni, istituzioni). Gli studi condotti e le esperienze monitorate sono destinati ad essere documentati e sintetizzati all’interno di una pubblicazione editoriale, che vuole essere al tempo stesso un manuale tecnico e un saggio antropologico-sociale volto ad approfondire la pratica del cohousing nel territorio locale.

A partire dal tema del cohousing, l’interesse scientifico dell’osservatorio inevitabilmente si indirizza anche alla documentazione e al monitoraggio di altre forme di attività socializzate  riguardanti il tema della casa secondo la prospettiva della solidarietà e della sostenibilità, come nel caso dell’autocostruzione edilizia.

b. Ricostruzione e documentazione della memoria storica dei quartieri

L’osservatorio si impegna a studiare, documentare e monitorare i processi economici, storici e sociali che concorrono a definire l’attuale conformazione urbanistica e sociale delle singole frazioni dei quartieri fiorentini.  Si tratta di uno studio capillare,  che può focalizzarsi anche su una singola via di un quartiere, ma che proprio grazie al suo circoscritto ambito geografico di interesse ambisce a scoprire e riscoprire i tratti “genetici” dei luoghi urbani. Le attività di ricerca condotte dall’osservatorio (mediante interviste in profondità, analisi di fonti statistiche, bibliografiche e fotografiche, raccolta di materiale biografico e audio-visivo, osservazione partecipante) mirano infatti a fornire una descrizione capillare di singole are cittadine (in termini di sviluppo economico, orientamento politico-amministrativo, tipologia di associazioni e attività economiche presenti, evoluzione della composizione socio-anagrafica del quartiere, conformazione storico-urbanistica  del quartiere, dinamiche sociali e politiche vissute dal quartiere) con particolare interesse per le buone pratiche sociali diffuse sul territorio urbano.  Il percorso di ricerca prevede un coinvolgimento attivo della popolazione residente, che, attraverso testimonianze dirette e indirette e materiale documentario di vario genere, contribuisce alla raccolta delle informazioni necessarie ai fini della ricostruzione e documentazione della memoria storica del singolo quartiere. Le attività di ricerca promosse dall’osservatorio, grazie alla documentazione e alla scoperta degli angoli più sostenibili e solidali del quartiere (ma anche degli angoli della diseguaglianza) ad opera degli stessi abitanti del quartiere, vogliono essere anche uno strumento per mettere in moto un percorso di cittadinanza attiva, di auto-ricerca di auto-formazione:  la partecipazione alle attività di ricerca promosse dall’osservatorio consentirà infatti ai cittadini residenti di accrescere il patrimonio informativo e conoscitivo relativo al luogo di residenza (conoscere le virtù e le contraddizioni sociali del quartiere di residenza) e ad impiegare l’esperienza intrapresa per interpretare nuovi fenomeni urbani  e per progettare nuovi percorsi di sostenibilità e solidarietà (ad esempio progettazione di itinerari turistici solidali, creazione/ adesione a gas, scambio di prodotti usati, ecc.).  Gli studi condotti sono destinati ad essere riassunti all’interno di una collana editoriale dedicata alla descrizione dei vari quartieri urbani. A loro volta, le singole pubblicazioni (cioè le informazioni raccolte relativamente a ciascun quartiere) costituiscono la base informativa essenziale per la progettazione di portali internet ad hoc (vedi mappe di comunità), in cui verranno ripresentati e schematizzati i tratti peculiari di ciascun quartiere, chiaramente dando particolare risalto sia alle realtà sostenibili e solidali sia alle realtà della diseguaglianza e dell’esclusione.

C. Mappe di comunità

Per mappa di comunità si intende una pratica di rappresentazione del proprio patrimonio, del proprio paesaggio e dei propri saperi da parte degli abitanti di un determinato luogo. La mappa di comunità evidenzia il modo con cui la comunità locale vede, percepisce, attribuisce valore al proprio territorio, alle sue memorie, alle sue trasformazioni, alla sua realtà attuale e a come vorrebbe che fosse in futuro. Consiste in una rappresentazione cartografica o in un qualsiasi altro prodotto od elaborato in cui la comunità si può identificare. Il processo di costruzione della mappa di comunità presuppone un coinvolgimento attivo dei residenti.

Le attività di ricerca dell’osservatorio relative agli eco-musei e alla documentazione della memoria storica dei quartieri risultano strumentali all’elaborazione di una pluralità di mappe di comunità, con particolare riferimento ai quartieri urbani e ai luoghi della sostenibilità. A partire dall’elaborazione di mappe di comunità l’osservatorio intende innescare nuovi processi di (auto)ricerca, coinvolgendo i residenti nelle attività di documentazione (delle memorie, delle azioni e delle relazioni)  necessaria ai fini della riproduzione grafica dei quartieri urbani. La produzione di mappe di comunità è destinata ad una rielaborazione informatica, tale da produrre una sorta di portale interattivo di quartiere in cui rappresentarne i luoghi peculiari secondo la prospettiva degli abitanti.

Come nel caso della ricerca sugli eco-musei, l’interesse dell’osservatorio è quello di elaborare una metodologia della progettazione di mappe di comunità con una marcata connotazione “sostenibile e solidale”, tale da valorizzare l’insieme delle pratiche sociali studiate e sperimentate dall’associazione.

d. Distretti di economia solidale

Per Distretti di economia solidale (Des) si intendono reti in cui viaggiano informazioni, idee, e anche circuiti economici in cui viaggiano beni, servizi, denari per la creazione di spazi di economia “liberata” nella prospettiva di sviluppo auto-sostenibile locale. I Des intendono quindi cioè rafforzare e sviluppare le realtà di economia solidale attraverso la creazione di circuiti economici, in cui le diverse realtà si sostengono a vicenda creando insieme spazi di mercato finalizzato al benessere di tutti.

L’osservatorio si avvicina ai Des attraverso una mappatura dei distretti nazionali e locali, con l’intenzione di tracciare un quadro conoscitivo generale delle varie realtà: l’obiettivo è quello di elaborare una classificazione dei Des mediante la rilevazione delle attività e delle pratiche sociali prevalenti, con una particolare attenzione per le esperienze urbane. Le risultanze degli studi dell’osservatorio sui Des sono finalizzate ad essere impiegate come guida per la progettazione di un Des in ambito locale, a cura di Icaria  (o come supporto per lo sviluppo di Des già avviati).

La progettazione del Des a cura di Icaria ambisce a connettere tra loro le varie pratiche sociali studiate e sperimentate, configurandosi così come elemento di sintesi  (e di approdo) rispetto all’insieme delle attività promosse dall’associazione: si tratterebbe quindi di favorire lo sviluppo di un Des caratterizzato da una rete di Gas e di gruppi di cohosuing (eventualmente costituiti nell’ambito degli stessi gas) impegnati insieme ai cittadini dei “quartieri responsabili” nella progettazione e gestione di itinerari di turismo responsabile, attraverso percorsi di auto-ricerca e auto-formazione capaci di stimolare una partecipazione diffusa e una maggiore consapevolezza circa le dinamiche sociali caratteristiche del quartiere di appartenenza. Si tratterebbe in sostanza di connettere tra loro, entro circoscritte aree urbane, i mondi dei gas, dei cohousing, del turismo responsabile e delle altre esperienze responsabili intercettate nel territorio, nell’ambito di un più ambizioso obiettivo di favorire lo sviluppo di comunità responsabili e in-formate.